martedì 15 settembre 2009

IL PAESE DELL'INFAMIA...



Giovanni Impastato

La Lega e la memoria di Peppino Impastato

C’era da immaginarselo, mancava solo la scintilla e la bomba del
contrasto tra la nostra realtà e la Lega sarebbe scoppiata. Il Sindaco
di Ponteranica con la sua decisione autoritaria e antidemocratica di
cancellare dalla Biblioteca del paese il nome di Peppino ha avvicinato
il cerino alla miccia. Da tempo non riuscivamo a tollerare
l’atteggiamento di questo partito di esaltati che ha finito per
condizionare le sorti della nostra democrazia.
Sembra quasi paradossale che un paese come il nostro destinato anche
dalla sua posizione geografica all’accoglienza e agli scambi
interculturali, alla fusione delle etnie e ad essere la porta d’Europa
verso l’Oriente e l’Africa sia finito nelle redini di questi nuovi
barbari senza radici e senza cultura.
E’ logico che tali soggetti non conoscano affatto l’importanza della
memoria storica e delle battaglie civili condotte in terra italiana e
considerino Peppino e la sua lotta come un rifiuto ingombrante da
eliminare che ricorda troppo un vecchio passato politico fatto di
ideali, di sogni, di sconfitte e piccole rivoluzioni. Un passato che,
in realtà, non ha mai smesso di esistere, ma che rivive nella
determinazione di quanti continuano ad impegnarsi perché credono
nell’alternativa possibile alla degenerazione sociale e politica e
vengono continuamente calpestati da questi politicanti populisti,
ignoranti, incapaci di democrazia. Sembra quasi che il mondo politico
oggi raccolga quanto di peggiore ci sia nella società e soprattutto la
Lega funziona perfettamente da pattumiera, riciclando anche qualche
fascista che già puzza di marcio. Immaginate un Borghezio o un
Calderoli qualsiasi ricoprire un qualsiasi altro ruolo o occupazione
lavorativa, chessò all’ufficio postale o alla bancarella del mercato,
come cameriere al ristorante o come addetto alla reception di un
albergo; come autista di un autobus o ancora come infermiere che
accolga al pronto soccorso: riuscirebbero a dimostrare quella minima
comprensione, quella minima pazienza o tolleranza che sono necessari
per relazionarsi con le persone e superare anche le piccole
difficoltà? Immagino di no.
Ecco, Peppino era l’esatto contrario, aveva sì grinta da vendere e
forza d’animo, ma sapeva investirla in operazioni costruttive, la
nutriva con i suoi sogni, che trasmetteva anche agli altri al
contrario di chi sparge invece incubi e angoscia. Peppino ascoltava,
recepiva, accoglieva a braccia aperte, come fece con l’unico ragazzo
mulatto che girava a Cinisi negli anni ’60, figlio di una relazione di
una cittadina del paese con un soldato afro-americano che da giovane
disadattato ed emarginato divenne uno dei suoi migliori compagni di
lotte e divertimenti al mare.
Possibile che il popolo italiano sia caduto così in basso da accordare
il proprio appoggio a chi sta compiendo ancora oggi nel 2009 terribili
atti razzisti e criminali, costringendo migliaia di nostri simili ad
una sicura morte nelle acque del Mediterraneo o all’abbandono nei
campi di segregazione libici e nelle prigioni dove la tortura è il
pane quotidiano? Possibile che siamo così pronti a portarci sulla
coscienza il peso di così tante vite spezzate o distrutte?
Sono contento che un partito come la Lega sia contrario alla memoria
di mio fratello, perché in effetti nulla ha a che fare con loro e con
la loro voglia di sopraffazione e di violenza, con la vergognosa
segregazione consumata ai danni non solo dei migranti, ma anche dei
cittadini del meridione, degli omosessuali e di quanti non rientrino
nei loro standard: alto, biondo, camicia verde e spirito folle e
sadico. Cos’è questo, il nuovo hitlerismo, oltre che il nuovo
fascismo? Davvero è cambiato solo il colore delle insegne?
Non ci rendiamo nemmeno conto che questi che si dicono conservatori e
tutori delle tradizioni e delle culture locali, in realtà, stanno
cancellando tutto lo spirito tradizionale che animava le nostre
comunità, tutte le nostre sonorità, il nostro bagaglio di culture e di
gioie, sostituendolo con stronzate sulla falsa origine celtica dei
padani, simboli e bandiere senza radici storiche e leggende che
sembrano inventate da un sceneggiatore di film di serie c o di scarse
fiction televisive.
Voglio ancora sperare che tutto questo possa sparire, che gli Italiani
abbiano ancora un briciolo di orgoglio per ribellarsi, per liberare il
paese da quelle storture che sono la mafia al sud e la lega al nord,
rifacendoci all’ignoranza di quanti sostengono che la criminalità
organizzata sia un problema esclusivamente meridionale.
Per questo invito tutti il 26 settembre a Ponteranica, non solo per
difendere la memoria di Peppino, ma anche la dignità di questo paese.

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